c'è stata davvero in quei giorni: il 30 ottobre. Ma questa è la nostra personale maratona, tre giorni prima.
27 ottobre. Primo e unico giorno passato interamente ad Osaka.
Esterno. Giorno. Soleggiato.
Decidiamo di dedicarci alla parte centrale di Osaka.
].
L'albergo si trovava sul canale Dotombori [道頓堀], a Nipponbashi [日本橋].
La mattina le vie di Dotombori erano vuote in confronto al casino della sera precedente.
Le buffe insegne 3D spente.
Meno ragazzini in libera uscita, più gente in attesa di andare al lavoro o in pausa.
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Come si evince, il sushi si può mangiare con le mani ;) |
Colazione di fronte a uno dei più famosi granchi, di fianco al Glico.
Ci siamo poi diretti a nord, attraverso galleria commerciale di Shinsaibashi [心斎橋].
A quell'ora negozi aperti, ma mezza vuota.
Incrociata la
Honmachi-dōri [本町通], la seguiamo in direzione est, fino al Parco del Castello di Osaka [大阪城公園 -
Ōsakajō-kōen].
Il Castello di Osaka!
Che emozione trovarsi nel luogo stereotipato utilizzato da tutti i libri di testo di giapponese.
Nei dialoghi, non ci si può "incontrare" se non "alla Stazione del Parco del Castello di Osaka".
....per andare a fare
hana-mi naturalmente.
"
ōsakajōkōeneki" è la parola più nota a qualunque studente di giapponese.
In questa stagione niente
hana-mi [花見].
Nemmeno
momiji [紅葉], con la stagione particolarmente indietro.
Un caldo inaspettato.
Le valigie piene di pile, giacche a vento.
Fuori 15-20 gradi.
Basta una maglietta e la felpina, di sera.
Tornando al castello, pur completamente ricostruito in cemento armato, vale la visita dell'esposizione all'interno e della balconata panoramica, nonostante il biglietto mediamente salato (¥600).
Allego la scansione del panfuretto dato all'ingresso. In versione inglese, naturalmente (PDF, 3.5MB)
Usciti dal castello abbiamo ottemperato ad un altro degli obiettivi espliciti del viaggio: i baracchini di
takoyaki [たこ焼き].
Per chi non lo sapesse: polpettine alla piastra con polpo, ginger, uovo, cipolla e altre cose del genere.
Il nostro pranzo, quel giorno.
In una giornata infrasettimanale il parco era pieno di gite scolastiche, sposini accompagnati da truppe di fotografi per le foto in posa di rito, vecchietti sfaccendati in vena di stranezze o d'attaccar bottone.
Turisti occidentali: pochi.
Fino a quel momento eravamo a 7 km, rigorosamente a piedi.
Per smaltire i
takoyaki abbiamo deciso di camminare ancora un po'.
Attraverso il parco e fino al fiume.
Fino a
Nakanoshima [中之島], un'isola oblunga nel mezzo del fiume, per lo più occupata da parchetti, edifici pubblici, e sedi di grosse banche.
L'incontro con una gigantesca papera gialla, nel mezzo del parco, ci soprende per un attimo.
Attorno una folla di ragazzini fotografanti.
Un vecchietto in divisa da pseudopoliziotto cerca di non far fotografare la papera, chissà mai perché.
Passa la giornata a fare il gesto di "divieto", le braccia a "X".
Con poca convinzione. Nessuno sembra filarselo.
Lasciamo
Nakanoshima per infilarci nella zona incasinata di
Umeda.
Dobbiamo andare alla Stazione JR Osaka, per scambiare il voucher con il
JRP, ci sarebbe servito il giorno dopo.

L'addetto della biglietteria centrale è un po' anzianotto. Non parla mezza parola d'inglese.
Con lo scarso giapponese riesco comunque a chiedergli le due informazioni che ci servivano, ma soprattutto a capire la risposta.
Questo mi porta, tutto orgoglione, a sopravvalutare la mia comprensione.
Ma avrò modo di ricredermi abbondantemente nei giorni successivi ;)
Alla stazione giriamo un po' in lungo e in largo, in cerca del famoso Orologio ad acqua.
Come tutte le grandi stazioni giapponesi, anche quella di Osaka è un groviglio di diversi edifici incastrati uno nell'altro. Grandi magazzini, ristoranti, piazze sopraelevate, alberghi e uffici.
Dopo una ventina di minuti di giri inutili ci arrendimo e chiediamo.
L'orologio è proprio accando all'entrata centrale [中央口], sulla destra entrando in stazione.
Prossima meta:
Umeda Sky Building [梅田スカイビル
Umeda Sukai Biru]